venerdì 24 dicembre 2010

lunedì 15 novembre 2010

sabato 16 ottobre 2010

Tipini fini

Il grande Alfio Krancic nel 2003 aveva un pò previsto il Fini di oggi. Lui ce l'ha con la Lega e scimmiotta il PD, punto !









Pietro dice "Io Fini lo stimo". Pietro hai ragione ognuno si può stimare per la determinazione con cui porta avanti le proprie idee , basterebbe essere decisi. Condividerle o meno poi fa parte del "credo" di ognuno di noi. Con Fini ancora non ci s'è capito nulla, ormai è grandicello e potrebbe spiegarci chiaramente cosa vuol fare da grande.

venerdì 1 ottobre 2010

La casa.

Lasciamo questa settimana travagliata con una riflessione da "weekend", l'articolo è di qualche giorno fa ma vale la pena rifletterci ancora.

Io so chi c’è dietro le carte che accusano Fini. So chi le ispira, conosco bene il mandante. Non c’entra affatto con Palazzo Chigi, i servizi segreti, il governo di Santa Lucia. È un ragazzo di quindici anni che si iscrisse alla Giovane Italia. Sognava un’Italia migliore, amava la tradizione quanto la ribellione, detestava l’arroganza dei contestatori almeno quanto la viltà dei moderati, e si sedette dalla parte del torto, per gusto aspro di libertà. Portava in piazza la bandiera tricolore, si emozionava per storie antiche e comizi infiammati, pensava che solo i maledetti potessero dire la verità.

Quel ragazzo insieme ad altri coetanei fondò una sezione e ogni mese facevano la colletta per pagare tredicimila lire di affitto, più le spese di luce, acqua e attività. Si tassavano dalla loro paghetta ma era solo un acconto, erano disposti a dare la vita. Il ragazzo aveva vinto una ricca borsa di studio di ben 150mila lire all’anno e decise di spenderla tutta per comprare alla sezione un torchio e così esercitare la sua passione politica e anche di stampa. Passò giorni interi da militante, a scrivere, a stampare e diffondere volantini. E con lui i suoi inseparabili camerati, Precco, Martimeo, il Canemorto, e altri. Scuola politica di pomeriggio, volantini di sera, manifesti di notte, rischi di botte e ogni tanto pellegrinaggi in cerca di purezza con tricolori e fazzoletti al collo. Erano migliaia i ragazzi come lui. Ce ne furono alcuni che persero la vita, una trentina mi pare, ma non vuol ricordare i loro nomi; lo infastidiva il richiamo ai loro nomi nei comizi per strappare l’applauso o, peggio, alle elezioni per strappare voti. Perciò non li cita. Sa solo che uno di quei ragazzi poteva essere lui.
È lui, il ragazzo di quindici anni, il vero mandante e ispiratore delle accuse a Fini. Non rivuole indietro i soldi che spese per il torchio, per mantenere la sezione, per comprare la colla. Furono ben spesi, ne va fiero. Non rivuole nemmeno gli anni perduti che nessuno del resto può restituirgli, le passioni bruciate di quel tempo. E nemmeno chiede che gli venga riconosciuto lo spreco di pensieri, energie, parole, opere e missioni che dedicò poi negli anni a quella «visione del mondo». Le idee furono buttate al vento ma è giusto così; è al vento che le idee si devono dare. Quell’etichetta gli restò addosso per tutta la vita, e gli costò non poco, ma seppe anche costruirvi sopra qualcosa. No, non chiede indietro giorni, giornali, libri, occasioni e tanto tanto altro ancora.
Però quel che non sopporta è pensare che qualcuno, dopo aver buttato a mare le sue idee e i loro testimoni, dopo aver gettato nel cesso quelle bandiere e quei sacrifici, dopo aver dimenticato facce, vite, morti, storie, culture e pensieri, possa usare quel che resta di un patrimonio di fede e passione per i porci comodi suoi e del suo clan famigliare. Capisce tutto, cambiare idee, adeguarsi al proprio tempo, abiurare, rinnegare, perfino tradire. Non giustifica, ma capisce; non rispetta, ma accetta. È la politica, bellezza. E figuratevi se pensa che dovesse restare inchiodato alla fiamma su cui pure ha campato per tanto tempo. Però quel che non gli va giù è vedere quelle paghette di ragazzi che alla politica dettero solo e non ebbero niente, quei soldi arrotolati di poveracci che li sottraevano alle loro famiglie e venivano a dirlo orgogliosi, quelle pietose collette tra gente umile e onesta, per tenere in vita sezioni, finire in quel modo. Gente che risparmiava sulla benzina della propria Seicento per dare due soldi al partito che col tempo finirono inghiottiti in una Ferrari. Gente che ha lasciato alla Buona Causa il suo appartamento. Gente che sperava di vedere un giorno trionfare l’Idea, come diceva con fede grottesca e verace. E invece, Montecarlo, i Caraibi, due, tre partiti sciolti nel nulla, gioventù dissolte nell’acido. È questo che il ragazzo non può perdonare.

Da Berlusconi il ragazzo non si aspettava nulla di eroico, e neanche da Bossi o da Casini. E nemmeno da Fini, tutto sommato. Capiva i tempi, i linguaggi e le esigenze mutate, le necessità della politica, il futuro... Poteva perfino trescare e finanziare la politica con schifose tangenti; ma giocare sulla pelle dei sogni, giocare sulla pelle dei poveri e dei ragazzini che per abitare i loro sogni si erano tolti i due soldi che avevano, no, non è accettabile.
Attingere da quel salvadanaio di emarginate speranze è vergognoso; come vergognoso è lasciare col culo per terra tanta gente capace e fedele nei secoli, che ha dato l’anima al suo partito ed era ancora in attesa di uno spazio per loro, per favorire con appaltoni rapidi e milionari il suddetto clan famigliare. Lui non crede che il senso della vita sia, come dice Bocchino in un’intervista, «Cibo, sesso e viaggi» (si è scordato dei soldi).Il vero ispiratore e mandante dell’operazione è lui, quel ragazzo di quindici anni. Si chiama Marcello, ma potrebbe chiamarsi Pietrangelo o Marco. Non gl’interessa se Gianfrego debba dimettersi e andarsene all’estero, ai Caraibi o a Montecarlo, o continuare. Lo stufa questo interminabile grattaefini. È pronto a discutere le ragioni politiche, senza disprezzarle a priori. Sentiremo oggi le sue spiegazioni (ma perché un videomessaggio, non è mica Bin Laden). Però Fini non ha diritto di rubare i sogni di un ragazzo, di un vecchio, di un combattente. Non ha diritto di andarsi a svendere la loro dignità, i loro sacrifici, le loro idee. Non può sporcare quel motto di Pound che era il blasone di quei ragazzi; loro ci hanno rimesso davvero, lui ci ha guadagnato. Quel ragazzo ora chiede a Fini solo un piccolo sforzo, adattare lo slogan alla situazione reale e dire: se un uomo è disposto a svendere casa, o non vale niente la casa o non vale niente lui. E la casa valeva.
(Marcello Veneziani)

mercoledì 29 settembre 2010

New Gens Generation

Dopo MFL e Lex che a suo tempo resero i nostri blog colmi di teneri vagiti, quest'ultimo è nuovamente babbo, vanno a lui, alla sua dolce metà ed alle sue bimbe i più grossi auguri di buona vita da tutti i Gensisti che transumano per queste pagine.

E dopo hyppo fascio che dedicammo ai nuovi pargoli, oggi per tutta la New Gens Generation ci sono i 7 nani .....

lunedì 27 settembre 2010

Il gelo dei finiani

- "Chiudi questa cazzo di grotta, Briguglio" tuonò Granata "Non lo vedi che Gianfry sta morendo congelato!";
- "Minghia stai calmo eh ! sennò me ne vado con l'emmepia, u capisti !"
La situazione era tragica, l'accordo elettorale con il piddielle era ormai rotto, la gelosia che rodeva il gruppo dei finiani nei confronti della lega padana li aveva portati all'isolamento, senza contare che Storace, portando via la fiamma, aveva reso la permanenza in caverna insostenibile.
- "ittata ... itatata .... itaaaloooo !" balbettava gianfranco in preda ad un principio di congelamento.
- "Italo, maremma maiala ! S'è sbagliato tutto. Lo sapevo che avevo dei consiglieri del cazzo, ma arivà a questo punto no perdavvero ! Ci s'era sistemani nel popolo delle libertà, s'era tranquilli, al caldo e 'nvece guarda n'pò qui .... avevo dieci colonnelli e so rimasto con tre reclute."
- "Hai ragione gianfry, s'è sbagliato tutto, è che s'è dato retta ai consigli sbagliati di questi due qui , quasi quasi vado da emilio fede e faccio una puntata di pentimento e redenzione"
"Italo tu ci scassaste a minchia ! lo sappiamo che da quando ti hanno trombato per le elezioni in Campania tu ce l'hai a morte cu u perluscone, ma a noi due non ci puoi trattare così, siculi siamo!"
"itatatalo, itataloo vieni qui un momento" Disse gianfranco chiamandolo in disparte.
"Italo, questi due li dobbiamo allontanare, hanno rotto i coglioni !"
"Vabbene gianfry ci penso io" Italo ci pensa un pò e poi chiama a raccolta i due "camerati".
"Ragazzi venite qua vi mando in missione esplorativa per vedere se con l'api, il movimento no tav e l'uddici c'è spazio di trattativa .... pigliate sti due passaporti falsi, te carmelo mettiti una parrucca da donna per non farti riconoscere dai leghisti .... andate a Dongo che li vi aspettano gli altri per l'accordo, i passaporti fateli vedere solo alla security del convegno "
"Minchia italo, finalmente na cosa e responsabilità ...... amoninne picciotto"
I due partono, nel frattempo ....
"Gianfry, chiama elisabetta presto, partiamo per montecarlo prima che quei due di accorgono dello "scherzetto"
"bebebe ebebetty vieni che si va un pò in riviera al cacaca cacacaldo"
"Si amore arrivoo, si si, andiamo, però mi prometti che mi compri la nuova scavolini in pietra ?"


L'indomani gli indomiti siculi arrivano nei pressi di Dongo e Carmelo incuriosito dice a Fabio "Minchia mi fai vedere sti passaporti" ..... "benito mussolini e claretta petacci ? ma che minchia di nomi sono questi ..... un'è che sti fetenti ci fecero na trappola ?"

giovedì 23 settembre 2010

Si riparteeee !


"Capitano Walter (anf, anf, anf) Capitano Walter, è sicuro che sia la rotta giusta" esclamò Massimo con la sua vocetta stridula, come quella di uno che è rimasto coi coglioni attaccato ar filo spinato mentre scavalcava il cancello pè andà a rubbà le pesche ar contadino.
"Ma certo Sig. primo ufficiale dalema, questa è la rotta pell'antille, son sicuro!"
- "Mah sarà anche sicuro ma ai caraibi un l'ho mai visti
l'aisberg !"
- "Come si permette ... l'ordini del Capitano non si discutono ... può essere che s'è fatto der casino, ma d'altra parte questa è una nave demo'ratia e si sa decidono tutti, qui si va a dritta ma anche a babordo, a est ma anche a ovest, a sud ma anche a nord onde per cui gli sbagli fanno parte del nostro programma di viaggio"
- "Si Capitano ma se qui un s'arriva a santa lucia prima della nave di fertri si rischia che le prove che potrebbero compromettere in nostro migliore alleato il pirata "nero" fini, cadano nelle mani di lord berlusca e sia perdavvero la fine .."
- "Ha ragione dalema convoca subito il consiglio e decidiamo il da farsi"
- "Compagniiiii a raccortaaa !
Dopo dieci minuti ...
- "Sig dalema, ma qui mancano civati, la seracchiani e il renzi ... ma ndove sono"
- "Capitano, come ndove sono ... la seracchiani è legata sotto alla prua e s'era detto che doveva fa la polena pè spaventà la gente, faceva i turni 'nsieme alla bindi e la turco, dovevano fa l'otto ore come da contratto .... civati l'hai messo di vedetta sulla tolda e è sempre lì perchè son sei giorni che un gli mandi ir cambio ... un lo vedi quer pezzo di ghiaccio lassù ..."
- "Si è renzi ?"
- "Deh renzi s'è mangiato ar posto der prezzemolo perchè urtimamente aveva proprio rotto i coglioni .... era dappertutto ..."

(to be continued)

sabato 27 marzo 2010

TOSCANI AL VOTO


“Dio creò la Toscana, e visto che gli era venuta bene disse:
Purtroppo, bisogna che ci metta i comunisti!” (MFL)

Liberiamoci da questi scaldaseggiole, in Toscana c’è bisogno di un vento nuovo, c’è bisogno di fatti e non di discorsi. Bisogna fare come a Prato dargli un calcio in culo ai rossi, altrimenti la nostra regione affonderà come tante regioni governate da questa marmaglia !
Rossi si loda di come ha gestito la sanità Toscana, dimenticandosi delle liste d’attesa chilometriche per esami diagnostici tipo tac e rm; dimenticandosi che l’abbattimento dei costi è dovuto all’esternalizzazione dei servizi che sono stati affidati ai compagni di Manutencoop o agenzie interinali di infermieri, dimenticandosi che i cittadini sono spesso costretti a rivolgersi ai privati, dimenticandosi di quante ex case del popolo sono state trasformate in rsa a costo zero.
Il ri-nato ulivo riproporrà tutte le divergenze tra pd ed estrema sinistra su scelte importanti quali infrastrutture ed energia; a Capalbio si stanno già preparando a contrastare il tracciato della Livorno-Civitavecchia mentre a Scarlino sono già contro l’amministrazione provinciale di Grosseto (da loro appoggiata) perchè ha dato il via libera al cogeneratore, non ci si può fidare di questa gente.
La regione promette lo sviluppo della portualità ed il consolidamento della continuità territoriale verso le isole toscane mentre in realtà, per ragioni politiche, privilegia l’asse Firenze Livorno lasciando solo le briciole a Carrara, Piombino ed all’Elba.

Se alla Toscana ci pensi, vota Faenzi !

(Che fra l’altro l’è anche un bella figliola, icche non guasta)

giovedì 4 marzo 2010

Basta coi busi !


Veniamo al dunque, si assiste ad un imperversare di personaggi riprovevoli in molte trasmissioni televisive, perlopiù trattasi di culattoni, la cui presenza è richiesta solo per far aumentare l'audience e che non fanno altro che sproloquiare.
Si passa dal mitico Maicol del GF10 al "buson" Busi dell'isola 7, per non parlare di tutto il finocchiame televisivo dei vari Platinette, Malgioglio, Cecchi Paone, & co., aveva ragione la mì nonna (santa donna) che mi diceva sempre "Ricordati, nino, che i finocchi sono peggio delle donne perchè son donne mancate".
Ora mi domando, il MOIGE, movimento formato da genitori che controlla i programmi TV, non dice nulla ? L'altro sabato ha preso posizione nei confronti della trasmissione tv di Jerry Scotti perchè le parole della canzone della Carrà "com'è bello far l'amore da Trieste in giù" dovevano essere modificate perchè farle cantare ad un bambino poteva avere un contenuto "forte", allora a Aldo Busi che parla di penetrazioni, trapanazioni e compagnia cantante cosa bisogna fargli ? E a quella cecchetta di Maicol ? E a quel mezz'omo di Lussuria ?
Tutti questi atteggiamenti mi convincono sempre di più che i finocchi sono malati, ma malati gravi. Mi torna a mente uno dell'Arcigay di Grosseto che voleva che un pezzo di spiaggia a Principina Mare fosse adibita esclusivamente ai gay, si magari al posto dell'ombrelloni ci voleva solo il manico e poi una bella squadra di negroni nascosti sotto la rena con la fava di fuori per farci lo smorzacandela, ma levatevi di torno.

MACCHE OMOFOBIA, DI QUESTO PASSO I VERI DISCRIMINATI SARANNO LE PERSONE NORMALI, CHE FANNO SACRIFICI PER TIRARE AVANTI LA FAMIGLIA E CHE DEVONO EDUCARE I FIGLI I QUESTO MONDO DI MERDA PIENO DI DEPRAVATI E FALSI BUONISTI.